Il 2 dicembre si festeggia Santa Bibiana, vissuta a Roma nel 300 d.C. fu martirizzata con la sua famiglia. La Santa è associata ad un proverbio usato dai nostri nonni per dare una sorta di indicazione del tempo durante l’inverno. Il tempo che farà a Santa Bibiana lo ritroveremo per 40 giorni ed una settimana.
L’ Amanita Caesarea, oppure Ovulo buono, è uno dei più pregiati e ricercati funghi commestibili. Per gli antichi Romani era ” Cibo degli dei” ed è riconoscibile dal suo cappello arancione, originariamente avvolto in un velo bianco. Ha un sapore dolce e dedicato, buonissimi in insalata, oppure in umido, ottimi nella pasta.
Tra i rapaci, è una delle specie più piccole: il corpo è lungo 30-40 cm ed il peso varia tra i 150 e 270 grammi. È un eccellente cacciatore, i suoi bersagli preferiti sono piccoli passeriformi, lucertole, piccoli serpenti, topolini ed arvicole. La coppia è monogama e può stare insieme tutta la vita.
Dopo la guerra, Primo Stefanelli acquista la Rocchetta- ormai in disuso- e la trasforma in un albergo ristorante!
L’ iniziativa ha parecchio successo, soprattutto grazie ad un pulmino che gira pubblicizzando la visita al castello, con la stilizzazione dello stesso castello sul tetto a coprire gli altoparlanti.
Il Giglio Rosso o di San Giovanni, è un fiore protetto che compare nei prati intorno al 24 giugno; il suo colore è stato associato ad uno dei delitti più efferati della storia, quello di San Giovanni Battista. Nella medicina popolare le foglie erano considerate cicatrizzanti per le ferite, (senza fondamento scientifico).
I santi Mauro (15 gennaio), Antonio (17 febbraio) e Sebastiano (20 gennaio) sono considerati i Mercanti della Neve, perché la tradizione vorrebbe che in questi giorni le nevicate siano copiose. Una memorabile consegna di neve l’ abbiamo avuta nel 1985 con la Grande Nevicata: nevico’ per tre giorni proprio dal 13 al 15 gennaio.
Si tratta di un periodo tipico delle prime settimane di ottobre in cui l’alta pressione, specialmente nell’ area del Mediterraneo, permette il ritorno di un clima tardo-estivo. “Ottobrata” deriva dalla tradizione romana, termine che forse riprende gli antichissimi Baccanali,e che indica le gite fuoriporta che i romani si concedevano per festeggiare la fine della vendemmia.
Il nome deriverebbe da Carlo Magno che decise di utilizzarla per curare dalla peste i soldati in seguito ad un sogno.
La tradizione vuole che fosse conosciuta fin dal Medioevo e venisse utilizzata per verificare il tempo: appesa fuori dalle case indicava l’arrivo della pioggia con la chiusura delle brattee.
Il nome deriva dal latino feriae Augusti (riposo di Augusto) : era un periodo di riposo e di festeggiamenti.
Il Ferragosto sinonimo di gita, è nato durante il fascismo. Il Regime organizzava gite popolari per permettere di visitare città o località marine o montane. Non essendoci il vitto, nacque la tradizione del pranzo al sacco.
Il Corno alle Scale può essere identificato con il Mons Balista,citato da Tito Livio quando parla della vittoria dei Liguri Friniates sui Romani.
Tanti nomi hanno identificato il Corno: Alpe Scalarum, Montem de Scale, Capotauro. Non stupiamoci dell’ indicazione “Alpe”: agli inizi del Novecento la parte alta di un territorio veniva comunemente indicata come “alpe”.