Arcipelago Toscano

Isola di Gorgona

L’escursione iconica per eccellenza, quella che ogni escursionista dovrebbe fare e che non si dimentica facilmente: Gorgona, l’isola carcere.

Con i suoi 200 o poco più ettari di superficie, è la più piccola delle sette sorelle dell’Arcipelago Toscano che la leggenda vuole siano perle sfuggite dalla collana di Venere.
Greci, Latini, Etruschi, Romani hanno abitato l’Isola e poi, nel Medioevo, i monaci benedettini, che qui si rifugiarono per sfuggire alle persecuzioni per poi incappare in quelle dei pirati saraceni.
E poi, i primi veri abitanti dell’Isola, arrivati qui nell’Ottocento, incentivati dal Granduca di Toscana: agricoltori, ma divenuti ben presto pescatori grazie alla ricchezza di acciughe.

L’Isola fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (il più grande parco marino del Mediterraneo); dista da Livorno 34 km e la sua lunghezza massima (da Punta Maestra a Punta Cala di Scirocco) è di appena 2,15 km.
Quando l’Isola appare da lontano, con la forma quadrangolare di colore scuro, ha in sé qualcosa di affascinante e misterioso: come misterioso è il nome Gorgona, che ancora non si sa con certezza da dove derivi.

Non vi raccontiamo altro, bisogna andarci per scoprire tutto il fascino, per capire che non c’è nulla di scontato in questa escursione sull’Isola di Gorgona, per vivere una giornata speciale e per rimane stupiti da questa piccola grande isola.

Come arrivare all’Isola Gorgona? Insieme alla Guida de La Viottola! Così affascinante e unica, visita con noi l’Isola Gorgona.

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Isola di Capraia

Come raccontarla? Partiamo dai numeri: uno scoglio di lava lungo 8 km e largo 4, questo sarebbe già un buon motivo per visitarla.

Ma perché passare tre giorni su un’isola così piccola? Per il piccolo porto e le case basse colorate, per vedere il Castello e conoscere l’unico vigile urbano in servizio. Per scoprire che i suoi 400 abitanti hanno una sola strada lunga 700 metri, due negozi di alimentari, ma anche il postino, la scuola con due classi miste e un prete. E poi tanta lava, molta macchia mediterranea, pesci e un centinaio di mufloni. E poi il carattere dell’Isola, disegnato dalla natura, plasmato dal vento e dalle mareggiate.

Non servono altre parole, serve vivere Capraia per innamorarsene.

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