Natale per me è sempre stato un periodo legato alle tradizioni: nonno montanaro e nonna marinara, Natale voleva dire tante tradizioni tutte da rispettare. Rigorosamente, in casa si faceva solo il presepe e alla vigilia si mangiava pesce (nonna abruzzese, dava il meglio di sé con zuppe ed intingoli vari); alla Vigilia si faceva il falò: dall’andamento del fumo e dalla rapidità del diffondersi del fuoco si traevano auspici per il nuovo anno.
Era sempre un periodo di festa, che culminava con la messa di mezzanotte, generalmente in una chiesa piccola e generalmente fredda. Ora certo tante tradizioni ci sono ancora, alcune sono scomparse, altre sono arrivate da paesi lontani.
E allora, al calduccio in casa, ho provato a spulciare sui vari libri, ma anche grazie ad un variegato mondo di persone che mi circondano, ho trovato usanze, tradizioni curiose, perché (forse) a Natale non sai che…
La Finlandia è il paese di Babbo Natale: a portare i regali ai bimbi che sono stati buoni è Joulupukki, il Babbo Natale che vive in Lapponia sulle colline di Korvatunturi. Stando alla leggenda la collina avrebbe la forma di un orecchio, in modo che Babbo Natale possa ascoltare tutti i desideri dei bambini del mondo.
I ragazzi dell’ Agenzia Viaggi che lavorano ai trekking, mi regalano una curiosità interessante: in Francia, le festività prendono il via con la Festa delle Luci a Lione. Tradizione che prosegue dal 1852, con carattere ormai internazionale e che coinvolge tutti i quartieri delle città. Quando? Dall’ 8 dicembre.
Chi non conosce la canzone Feliz Navidad? Questa canzone ha reso famosa Porto Rico, perché cantata dal portiricano Josè Feliciano.
Una mia collega, che ha lo stesso spirito natalizio del Grinch, mi racconta che Babbo Natale non è solo il simpatico omone vestito di rosso con la barba lunga. Esiste anche un Babbo Natale cattivo: si tratta di Krampus che, secondo la tradizione austriaca, è un demone con denti aguzzi e corna da caprone che segue San Nicola (che porta i regali ai bimbi buoni) alla ricerca di bambini cattivi da mettere in un sacco per poi essere mangiati.
Una curiosità tipicamente da Guida: non c’è solo l’Isola di Pasqua! Anche Natale ha la sua isola. Si tratta della Christmas Island, nell’oceano Indiano, scoperta il 25 dicembre 1643. È abitata da circa 600 persone e da milioni di granchi rossi, che nella stagione delle piogge migrano in massa, ricoprendo letteralmente ogni spazio aperto.
In tutto il mondo Natale si celebra il 25 dicembre, ma non è sempre stato così. A Cuba, ufficialmente per non interrompere la raccolta della canna da zucchero, tra il 1968 il 1997 i festeggiamenti erano stati spostati a luglio.
“ A Christmas Carol” (Canto di Natale) è il titolo del famoso racconto di Charles Dickens che ha come protagonista il tirchio e odioso Ebenezer Scrooge. Proprio a questo personaggio è ispirato l’avaro ma simpatico Zio Paperone, che Walt Disney chiamò Uncle Scrooge.
Non c’è presepe senza cometa. Di una stella che guida il cammino dei Magi parla il Vangelo, che però non fa parola di “code” o scie luminose. Sembra che il primo a dipingerla così sia stato Giotto, nel 1303: secondo una teoria, dopo aver assistito al passaggio della cometa di Halley, due anni prima.
Mia moglie, appassionata di storia, mi dice che l’uso dei regali a Natale viene dai Saturnali, festività in auge nell’ antica Roma che si tenevano dal 17 al 23 dicembre. In questo periodo gli schiavi partecipavano ai banchetti come se fossero uomini liberi e tutti si scambiavano doni in segno di uguaglianza sociale.
Sempre mia moglie, si raccomanda di inserire tra le varie curiosità la Tregua di Natale: ovvero un episodio successo durante la Prima Guerra Mondiale: nel 1914 le ostilità sul fronte occidentale si interruppero spontaneamente per alcuni giorni. Alla Vigilia soldati tedeschi e inglesi lasciarono le trincee per incontrarsi nella “terra di nessuno” e scambiarsi gli auguri.
L’agenzia di comunicazione che mi segue ci fa fare un viaggio in Giappone perché la tradizione natalizia giapponese è un ottimo esempio del potere del marketing, della globalizzazione e del consumismo: il giorno di Natale non si gustano croccanti tempura né caldi ramen, ma si consuma il pollo fritto di KFC. È un’abitudine così diffusa (grazie a una geniale campagna pubblicitaria degli anni 70 della catena di fast food) che è stato istituito un servizio di consegna a domicilio prenotabile mesi prima, il Xmas Family Bucket.
Mi racconta mia figlia (ormai stabile a Londra da molti anni) che in Gran Bretagna il Natale è una festività molto attesa e sentita. Nel Regno Unito, i bimbi iniziano solitamente ad attendere Babbo Natale a partire da novembre, quando scrivono la celebre letterina in cui elencano i regali che vorrebbero trovare sotto l’albero. A depositare i pacchettini sotto l’albero sarà Father Christmas, l’equivalente britannico di Babbo Natale, accompagnato dalla renna Rudolph. Per ringraziarlo, i bambini inglesi sono soliti lasciargli un po’ di latte e un mince pie, un tipico dolce inglese.
Ekaterina, una mia collega polacca, mi dice che in Polonia il Natale (Boże Narodzenie), è la festa più bella e più sentita. Le usanze polacche sono molto particolari ed ognuna ha origini e motivazioni ben precise. La vigilia di Natale è senza dubbio il giorno più importante; la giornata inizia molto presto e i ruoli sono già definiti: le donne si mettono in cucina a preparare i piatti, gli uomini solo soliti decorare l’albero di Natale. La cena della vigilia può cominciare solo quando in cielo appare la prima stella. E’ compito dei più piccoli scrutare l’orizzonte in attesa di vedere l’arrivo della stella.
Non importa come e se festeggi il Natale, l’importante è che sia una giornata da tenere tra i tuoi ricordi più belli.
#PiediStanchieCuoreFelice
Testo e immagine Fabrizio Borgognoni
Natale 2024
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